Cos'è
Perché parlare di bellezza oggi?
Parlare di bellezza in questo momento è più che mai necessario: in tempi difficili, come è questo tempo sospeso che stiamo vivendo, la bellezza è ancora di più pane di cui nutrirsi. Certo, il concetto di bellezza oggi appare estremamente labile; in questo mondo moderno non sembra esistere più il magico canone dell’antichità classica,la rassicurante Kalokagathia per cui ciò che è bello è anche buono, e il bello era definito da un sistema matematico di proporzioni generatore di equilibrio ed armonia.
Il secolo dell’angoscia, il’900, ci ha detto con forza che non è così:tutto è relativo, anche il concetto classico di bellezza è stato violato, demolito, smembrato,ridimensionato, relativizzato appunto. Dalle Demoiselles d’Avignon alla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, dal Fu Mattia Pascal alle sperimentazioni del romanzo contemporaneo, ci siamo trovati davanti una rivoluzione che spesso ci ha lasciato perplessi, o quantomeno stupiti.Per non parlare di quanto il mondo della moda e dello spettacolo mescolino linee e colori della nostra percezione del bello, scompaginandone continuamente le carte e spiazzandoci con una frequenza disarmante.
Eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere, tutto ruota intorno ad una semplice opposizione binaria, che è quella eterna tra ciò che ci rassicura e ciò che ci disturba e sconcerta. Arte che conferma certezze v/s arte che spiazza. Nella generatità dei casi la prima è di gran lunga prediletta, la seconda respinta con fastidio, con un’alzata di spalle o con un commento seccato . E’ la prima reazione di molti davanti ad opere che appaiono provocatorie o sconcertanti .
Ma è proprio quest’arte provocatoria che ci costringe a riflettere, pensare, interrogarci su noi stessi e sul mondo che ci circonda, per quanto complesso esso sia e, per questo, a comprenderlo un pò di più. Questo sforzo è un atto di intelligenza, nel senso più profondo del termine ( dal latino “intus legere”,leggere dentro) e un atto gratificante per chi lo compie, perché è un sondaggio attivo delle proprie potenzialità. Da questo punto di vista l’arte contemporanea è un laboratorio aperto a tutti; la sua “antibellezza”- basata sulla provocazione attiva- è difficile da comprendere, ma proprio per questo, alla fine del percorso, liberatoria e premiante.
Questo non significa che tutti possiamo diventare artisti: l’arte vera richiede conoscenza, disciplina, visionarietà. I veri artisti ( ma questo accade in tutti i tempi) anticipano temi e modi, tracciano sentieri che poi saranno percorsi da altri, perché comprendono il mondo meglio e prima di noi comuni mortali.
A questo proposito voglio ricordare quello che Alessandro Baricco, nel suo bellissimo libro I barbari, ci ha spiegato: spesso gli innovatori, anche quelli che oggi consideriamo dei classici, nel tempo in cui vissero furono ritenuti barbari dai loro contemporanei, incompresi, derisi e spesso costretti alla povertà estrema ( pensiamo, ma è solo un esempio tra i tanti, alla miseria totale di Modigliani, la cui poverissima tomba fu il frutto della colletta fatta dai suoi amici)
Perché infine è così importante parlare di bellezza oggi?
Perché la bellezza ci salva, sia essa la bellezza della natura o dei sentimenti profondi, tanto più se è mediata e veicolata dal linguaggio dell’arte; così come ha salvato Ungaretti durante la guerra, o Foscolo con le Illusioni, o il Leopardi della Ginestra.
Prof.ssa Franca Paolini
Per chi volesse qualche approfondimento:
Jackson Pollock- action painting:
https://www.stilearte.it/jackson-pollock-come-e-perche-dipingeva-ispirandosi-ai-pellirosse-lanalisi-i-video/
Andy Warhol – pop art:
https://www.finestresullarte.info/432n_andy-warhol-critico-o-celebratore-della-societa-dei-consumi.php
Alberto Burri:
https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-sottile-linea-classica-di-burri
Michelangelo Pistoletto – la Venere degli stracci: