#scuolaperta 12 marzo – al Buonarroti si parla di legalità

evento

13 Ottobre 2024

Cos'è

Legalità

Il senso della legalità

La legalità non è un valore in sé senza la giustizia sociale. Per avere legalità è necessario che le persone vengano messe nelle condizioni di poter fruire dei propri diritti fondamentali e inalienabili (lavoro, mobilità sociale aperta, educazione libera e dignitosa, servizi accessibili, famiglia sana, tutela e protezione da parte dello stato, equità, ecc.); le due cose non possono dunque prescindere l’una dall’altra. Le persone dal canto loro dovrebbero assumersi le proprie responsabilità, con un forte senso civico di partecipazione alla soluzione dei problemi.

 

La crisi, la migliore alleata delle mafie

Le mafie, la corruzione, l’enorme zona grigia fatta di silenzi complici e connivenze che negli ultimi vent’anni hanno pervaso la società italiana sono uno dei frutti avvelenati del mercato selvaggio, la cui unica regola è che non ci sono regole. In questo quadro, la cosiddetta “crisi” è il più prolifico brodo di coltura per quell’intreccio di finanza immorale, riciclaggio di denaro sporco, profitti spropositati, cricche e clan. Questo implica che le misure da mettere in campo per “superare” la crisi dovranno coincidere sostanzialmente con quelle da praticare per liberare il Paese dalle mafie.

Principali criticità

Si possono riassumere le principali criticità della situazione attuale nei seguenti sette punti, legati in maniera diretta alla diffusione della criminalità organizzata nel nostro paese:

  • Corruzione
  • Racket
  • Ecomafie
  • Gioco d’azzardo
  • Disoccupazione
  • Dispersione scolastica
  • Vittime innocenti della criminalità: oltre mille sono le vittime delle mafie in Italia, senza tener conto delle altre migliaia di vittime causate dai fenomeni cosiddetti di criminalità comune.

Mancanza di educazione e informazione

Un altro grave problema è quello della mancanza di un sistema e di programmi validi di educazione e informazione sulla legalità. I motivi sono molteplici. Innanzitutto molti dei progetti di educazione alla legalità non durano nel tempo e non riescono a costruire sinergie con le realtà che agiscono sul territorio. Vi è inoltre un problema oggettivo nel fare informazione sulle mafie e la legalità. Molti dei giornalisti che provano a fare un’informazione libera vengono minacciati di morte e in mancanza di adeguate protezioni da parte delle istituzioni si trovano spesso costretti a desistere. D’altronde in mancanza di una informazione realmente libera e una educazione alla legalità è molto più difficile conoscere, sensibilizzarsi ed essere cittadini attivi.

Gli obiettivi del 2040

Gli obiettivi che si prevedono come prioritari hanno una natura strettamente legata al cambiamento e all’inversione di rotta per la società intera in termini di “virtù” personali e collettive: l’acquisizione di un senso civico, di cittadinanza attiva, un senso di onestà personale, sincerità, trasparenza e lealtà, che si tramuti in rispetto per tutti i cittadini. Si pensa all’impegno, al senso del dovere e della vergogna, alla coscienza sociale, all’autodeterminazione e soprattutto al tema della sicurezza, al governo degli equilibri economici e alla gestione del potere politico.

Un’Italia senza mafie

La ricerca dell’equità e dell’uguaglianza da parte delle istituzioni pubbliche e di governo divengono una leva fondamentale per contenere e annullare la deriva dei comportamenti criminali, il rispetto per sé e per gli altri si materializza in azioni di coraggio per eliminare l’omertà, la giustizia diffusa strumento per sentirsi cittadini e non semplici abitanti dei propri territori.

Cosa posso fare io da adesso?

Cambiare mentalità, partire da me stesso. A subire una trasformazione profonda deve essere il modello economico e sociale e protagonisti di questo cambiamento non possono che essere i cittadini, attraverso una rivoluzione copernicana che deve partire da una rinnovata percezione (e proposizione) del sé.

Prendere coscienza del fatto che la sensazione di inadeguatezza, inappagamento e precarietà spesso vissuta come conseguenza del fallimento delle singole esperienze sono in realtà le conseguenze del modello socioeconomico “mafioso” che si è andato affermando.

Per contribuire a questa presa di coscienza è molto importante “l’informazione” che va alla radice del carico di sofferenza imposto ai singoli (individui e gruppi) dal sistema iniquo, ma anche la creazione di spazi di confronto, in cui ci si guarda in faccia per scoprire che l’insoddisfazione “comune” può diventare pratica di cambiamento e cooperazione.

 

Prof.ssa Mariella Frulio e Prof.ssa Marta Immacolata Chirico

 

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