Cos'è
Johann Sebastian Bach ( Eisenach 1685-Lipsia 1750) si presenta a noi con la piena solennità, con l’autorità imponente di coloro che concludono un’epoca e tutti i caratteri che assommano in sé, portandoli ad un’espressione perfetta e definitiva.
Eppure la sua fama, per come lo conosciamo oggi, ebbe origine nell’Ottocento, molti decenni dopo la sua morte. Nel1829 l’esecuzione della Passione secondo Matteo, diretta a Berlino da Felix Mendelssohn, portò alla conoscenza di un vasto pubblico la qualità elevatissima dell’opera compositiva del Maestro, che è da allora considerata il compendio della musica contrappuntista del periodo barocco.
Ma cosa s’intende per contrappunto?
Il termine deriva dal latino “punctus contra punctum”, ovvero nota contro nota (punctum è il termine del latino medievale equivalente al nostro termine ‘nota’).
Il contrappunto generalmente comprende linee musicali indipendenti (voci) anche molto diverse tra loro sia melodicamente sia ritmicamente. Possono essere presenti 2-3-4-5 voci e si focalizza sull’interazione fra esse (polifonia), avendo cura di osservare attentamente le rigide regole contrappuntistiche previste dal sistema
musicale applicato, denominato “Sistema temperato”.
Bach fu uno di quei compositori che, più di altri, ci ha trasmesso il magico connubio di gioia architettonica fra regole ed espressione artistica.
Un breve quanto meraviglioso esempio lo possiamo trarre osservando il video del pianista Glenn Golud, considerato uno dei più alti interpreti di Bach, durante l’esecuzione dell’ invenzione n°4 a 2 voci nella quale quest’ultime, pur muovendosi in maniera indipendente, sono comunque complementari ai fini della esposizione della composizione.
Si parla in questo caso di musica cosidetta “orizzontale” perché ogni voce ricopre lo stesso ruolo, non ne appare una preminente sulle altre e l’interscambio delle loro interazioni, detto “ moto delle parti”, dà luogo alla composizione nella sua totalità (al contrario della musica “ verticale” in cui vi è una voce che espone la melodia principale mentre le altre svolgono un ruolo subalterno di “accompagnamento”, per es. “la cantata”).
Una curiosità: alcuni sociologi in passato hanno idealmente preso ad esempio la musica di Bach contestualizzandola nel modello perfetto di organizzazione sociale e lavorativa in cui ognuno svolge il proprio ruolo alla pari degli altri in modo indipendente ma complementare ai fini del risultato per il bene comune.
Parlare di tutta la produzione della musica di Bach e sugli effetti che essa ebbe da quel momento in poi nella storia della musica in questo spazio è praticamente impossibile poichè egli scrisse concerti, oratori, messe, sonate, partite, toccate, ma soprattutto la fuga che eternò nei 48 preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato. All’infuori del teatro egli praticò tutti i generi musicali in uso a suo tempo.
La musica religiosa è stata al centro della produzione di Bach per gran parte della sua vita. Le numerosissime opere sacre che ha creato sono viste solitamente come manifestazioni non solo del suo mestiere, ma di una relazione veramente devota con Dio. Egli scrisse la Passione di Cristo traendola dai vangeli di Giovanni e Matteo riproducendola in forma oratoriale, vale a dire una composizione drammatica e musicale di argomento religioso per voci e orchestra, priva di scenografia, nella quale si alternano recitativi e cantate.
La superba, monumentale Passione di San Matteo fu eseguita per la prima volta il venerdì Santo dell’ 11 aprile 1729, nella Thomas Kirche di Lipsia.
Resta uno dei massimi capolavori di ogni tempo, con spettacolari brani corali e strumentali, commoventi arie per voci soliste dal racconto dell’evangelista Matteo.
E’ il suo gioiello, è come una summa di tutto il suo sapere e il suo fare e, anche per il temperamento di grandiosità e tristezza, mestizia e pace che sono la cifra, anche germanica, della sua anima. Vi si dispiegano tutte le possibilità polifoniche sperimentate precedentemente.
La composizione procede lungo le quindici scene della Passione di Cristo e si piega descrittivamente secondo i sentimenti che si avvicendano: la freddezza di Pilato, l’agitazione della turba urlante, l’invocazione dolcissima e straziata della Madonna. Ci sono molti accenni che richiamano da vicino il pianto della Madonna di Jacopone da Todi; come pure, davanti al sepolcro, nell’ultima scena, ci saranno vibrazioni di angoscia e requie di timbro quasi shakespeariano.
E’ una esplorazione infinita, ardimentosa, in tutto il campo sonoro, che è anzitutto l’infinito campo del silenzio amoroso di Dio creatore e, qui, redentore che si fa eco rimbalzando nel cuore dell’uomo che comincia a rispondere (contrappunto) agli atti di Cristo.
Così Bach ci accompagna per tutto il viaggio della Passione di Cristo con tutta la sua passione di architetto severo, mesto e grandioso, costruendo sempre nuovi campi percettivi, ma rimanendo ancorato al sistema musicale da lui stesso fatto conoscere al mondo, il sistema temperato.
Enrico Dino Scuderi