La raccolta differenziata bussa alle porte del Buonarroti
a cura della prof.ssa Daria Cappellini e del prof. Stefano De Felici
Quest’anno abbiamo deciso di fare il passo: basta con carte unte, bottigliette di plastica, vasetti di yoghurt, penne rotte, avanzi di pizza, fazzolettini e quant’altro tutto insieme dentro lo stesso cestino di classe! Adesso si differenzia. Parafrasando la celebre frase di Neil Armstrong al momento dello sbarco sulla Luna “È un piccolo passo per ciascuno di noi ma un grande passo per la nostra comunità”
La storia del progetto “Fai la differenza” parte da qui: un piccolo passo, gesti comuni che a casa, almeno ai Castelli, tutti ripetiamo ormai automaticamente. Anche la nostra scuola è chiamata a fare la sua parte e il progetto, lentamente ma sicuramente, è partito: un seminario con un paio di prime durante il periodo di didattica alternativa, una lezione agli insegnanti al termine dell’ultima assemblea d’Istituto (grazie in tutti e due i casi all’Ing. Christian d’Innocenzo responsabile dell’Ufficio gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata del Comune di Frascati) e poi spazio nella didattica, soprattutto nelle prime classi, spazio utilizzato o ancora da utilizzare e che è una risorsa per capire e per sapere.
E a proposito di sapere, tutti sappiamo intuitivamente quale che enorme problema sia quello dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani ma con le risorse che seguono si può avere un quadro aggiornato della situazione a livello nazionale:
Articolo su “Il fatto quotidiano” che riassume il rapporto “Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2019” dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/10/rifiuti-ispra-aumenta-raccolta-differenziata-ma-la-plastica-da-imballaggi-non-raggiunge-gli-obiettivi-di-riciclo-previsti/5606403/
Se poi volete consultare direttamente la fonte seguite quest’altro link:
Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2019 http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2019
Per i più pigri fornisco un solo dato. Secondo il rapporto citato, basato su dati 2018, la quantità di rifiuti solidi urbani prodotta annualmente in Italia ammonta a 30.2 milioni di tonnellate, che diviso per 60 milioni di abitanti fa all’incirca ½ tonnellata a testa per anno. Detto così è un numero enorme d’accordo, ma enorme quanto?
Come è noto, il nostro cervello conta intuitivamente fino a quattro cioè ragiona all’incirca così: “1,2,3,4…tanto” per cui, da buoni insegnanti di Scienze, proviamo a far comprendere il problema delle dimensioni.
30.2 milioni di tonnellate /anno fanno circa 83.000 tonnellate al giorno. Poiché che una Fiat Panda pesa circa una tonnellata, questo significa che produciamo 83.000 Panda di immondizia al giorno. Ma quant’è 83.000 Panda al giorno? Siccome una Panda è lunga circa 3.5 metri diciamo che allineando senza spazio 83.000 Panda una dietro l’altra si potrebbe coprire la distanza da Roma a Firenze. E questo ogni giorno, da anni!
Il problema della produzione di rifiuti solidi è un problema mondiale che richiede un ripensamento del nostro modo di vivere e di produrre e ci impone di piegare lo sviluppo, che l’assioma di molti economisti immagina crescente a tempo indefinito, alla circolarità degli ecosistemi e alla finitezza del nostro Pianeta e delle sue risorse.
Una preziosa riflessione su questi temi si può trovarle in un articolo di Robert Kunzig sull’ultimo numero di National Geographic: Un mondo senza rifiuti – n. 3 – marzo 2020 on line (in inglese) su https://www.nationalgeographic.com/magazine/2020/03/how-a-circular-economy-could-save-the-world-feature/. Se con l’inglese non ce la fate potete comprare la rivista in italiano o tentare il traduttore on-line, sapendo dei suoi limiti.
L’articolo illustra un nuovo modo di pensare l’economia e una nuova maniera di immaginare prodotti e processi di produzione virtuosi, poco impattanti, equi e ad alto valore sociale e territoriale.
L’Economia Circolare è un’economia progettata per auto-rigenerarsi, in cui i materiali di origine biologica sono destinati ad essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici devono essere progettati per essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
Si tratta di un ripensamento complessivo e radicale rispetto al modello produttivo classico, basato sull’iper sfruttamento delle risorse naturali e orientato all’unico obiettivo della massimizzazione dei profitti tramite la riduzione dei costi di produzione.
Adottare un approccio circolare significa rivedere tutte le fasi della produzione e prestare attenzione all’intera filiera coinvolta nel ciclo produttivo.
Bello, impegnativo. E allora? E allora ecco che la raccolta differenziata non è una cosa da perditempo-un po’ snob-ecologisti-con-la-puzza-sotto-al-naso ma un gesto di solidarietà e civiltà che rivolgiamo anzitutto a noi stessi e che si inserisce all’interno di una strategia verso i rifiuti integrata, la strategia delle 4R:
Riduco – Riuso – Riciclo – Recupero
E come vedete il riciclo è solo la terza delle quattro R per cui tenete presente che è tanto meglio se si interviene prima sulle altre due.
Siamo accusati dai nostri figli di lasciar loro un mondo invivibile. I rifiuti sono fra i maggiori responsabili.
Cambiare le cose dipende anche da noi.
Ecco come possiamo migliorare i nostri comportamenti per una vita più ecologica.
Molti degli oggetti che usiamo ogni giorno richiedono tempi molto lunghi per biodegradarsi.
Per questo motivo quando usiamo, e poi quando decidiamo di non usare più, qualcosa dobbiamo stare molto attenti a ciò che facciamo.
Dobbiamo sempre ricordarci che l’unica soluzione al problema dei rifiuti è… non produrne!
Se condurre la vita moderna senza produrre rifiuti è un’esperienza eroica, possiamo comunque dimezzare il nostro impatto sull’ambiente applicando la regola delle 4 R: Riduci, Riusa, Ricicla e Recupera.
RIDUCI: è fondamentale ridurre la produzione di rifiuti all’origine.
Cosa possiamo fare noi in prima persona:
- Fare attenzione agli imballaggi! Arriviamo a casa e li buttiamo. Rifiutare dal commerciante un eccesso di protezione dei cibi; acquistare prodotti con imballaggi costituiti da minor materiale possibile, o senza, come i detersivi sfusi o con eco ricariche, meglio se biodegradabili.
- Evitare di scegliere confezioni monouso o monoporzione.
- Preferire i contenitori con vuoto a rendere; preferire le pile ricaricabili.
- Usare borse di juta o di cotone portate da casa per la spesa.
- Acquistare cose di buona qualità che durano più a lungo.
- Non comprare in eccesso. Non sprecare.
RIUSA: ogni prodotto va utilizzato più volte possibile.
Cosa possiamo fare noi in prima persona:
- Riparare tutto ciò che può essere riutilizzato
- Riusare il retro dei fogli di carta stampata.
- Riusare i sacchetti di carta e di plastica.
- Preferire gli imballaggi recuperabili e riutilizzabili il più possibile.
- Valorizzare ciò che ad altri non serve più utilizzando vestiti e oggetti di seconda mano.
RICICLA: tutto ciò che proprio non serve più deve essere trasformato e non buttato.
Cosa possiamo fare noi in prima persona:
- Uscire dall’ottica del rifiuto, per entrare in quella del riciclo: ogni materiale ha una vita prima di arrivare nelle nostre mani e deve averne un’altra dopo.
- Differenziare al massimo gli scarti che produciamo applicando la raccolta differenziata in modo da facilitare il recupero dei diversi materiali di scarto.
RECUPERA: valorizzare ciò che per qualcuno è un rifiuto per ricavare altri oggetti utilizzabili.
Cosa possiamo fare noi in prima persona:
- Usare e acquistare oggetti provenienti dal riutilizzo dei materiali di scarto.
(da http://www.legambientegarbatella.org/la-regola-delle-4-r/)
E per chiudere qualche risorsa che aiuti a districare i dubbi che qualche volta vengono di fronte al dubbio: “E questo dove va?”
Per i patiti delle App: uno strumento efficace e semplicissimo da usare lo trovate qui:
Chi invece usa il computer può avere un aiuto da: https://pianetadelleidee.altervista.org/
Consorzio nazionale per la raccolta il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA).
Per conoscere il processo che trasforma un rifiuto in materia prima e che cosa si fa con i materiali riciclati puoi seguire le attività del consorzio specializzato: http://www.corepla.it/.
Se credi che la plastica che abbandoni ovunque sparisca per magia sappi che non è così. Come gran parte delle cose abbandonate anche la plastica finisce in mare e le conseguenze sono di questo tipo:
La crescita delle isole di plastica https://www.nature.com/articles/s41598-018-22939-w
oppure in padella…. https://ilsalvagente.it/2019/12/20/triglie-orate-merluzzi-e-altre-50mila-specie-ingeriscono-plastica-nel-mediterrano/
Infine qualche spigolatura di libri, articoli e film
Rossano Ercolini: Non bruciamoci il futuro. Ed. Garzanti
Antonio Massarutto: Un mondo senza rifiuti. Viaggio nell’economia circolare. Ed. Il Mulino
https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/economia_circolare/ce_economia_circolare_depliant.pdf
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2019/05/07/rifiuti-arriva-trash-film-di-animazione-su-sostenibilita_69a168bf-ce6f-4fb5-bc31-c69927940bef.html
http://www.arpalazio.gov.it/ambiente/rifiuti/
http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/rifiuti
http://www.regione.lazio.it/rl_rifiuti/
Una selezione di video relativi al processo di riciclo
Istituto Tecnico Michelangelo Buonarroti Frascati