Un pensiero ai custodi del nostro futuro

Oggi, 5 ottobre, non è un giorno come gli altri.

L’UNESCO ha indicato questa data come “GIORNATA MONDIALE DEGLI INSEGNANTI“, per ricordare l’adozione di un importante documento internazionale sulla tutela della libertà e del ruolo degli insegnanti nel mondo.

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Se l’obiettivo per cui esistono le scuole sono i nostri studenti, la vera ragione per cui ogni mattina possiamo aprir loro le porte è nella professionalità dei nostri insegnanti.

Perciò ho chiesto loro di provare a spiegarci perché fanno questo lavoro e raccontarci il bello di essere i “custodi del futuro”.

Come sempre accade, ne è venuto fuori anche di più.

Lo condivido con emozione, sapendo che la nostra scuola non è assolutamente perfetta: a tutti noi, dirigente, docenti, personale ATA, studenti e genitori capita di sbagliare e di non essere all’altezza.

Ricordarci, reciprocamente, il ruolo e le motivazioni, ci aiuta a restare umani!

DS Francesco Rovida

 

Non cè futuro senza cultura

 

#ioinsegnoperché

Perché è il lavoro più bello del mondo, perché è un ottimo investimento sul futuro, perché ripaga con abbondanti interessi ogni sacrificio, perché credo nella forza della conoscenza , perché ti offre la possibilità di far parte dei ricordi belli di tante persone, di condividere gioie ed entusiasmi giovanili anche quando giovane non lo sei più , perché ti offre la possibilità di fare concretamente la tua parte in questo inspiegabile cammino che si chiama esistenza. Quando hai la fortuna di sceglierlo questo lavoro l’elenco dei perché è infinito!

(prof.ssa Francesca Iardino)

 

Perché ritengo che sia la professione più bella ed importante del mondo tramandare dei valori, quali la cultura e la democrazia,che sono profondamente connessi tra loro ed alla libertà. Lavoro per formare il cittadino di domani. Per amore dell’umanità che solo la cultura può formare ed affrancare dalla schiavitù attraverso lo spirito critico.

(prof.ssa Alessandra Orlando)

 

Io insegno perché… da sempre ho amato, per istinto o – con una parola che oggi potrebbe essere catalogata tra quelle politicamente scorrette- per vocazione. All’età di sette od otto anni ricordo il sorriso indulgente di mio padre quando il pomeriggio tollerava che “occupassi” il suo studio con delle bambole sedute su delle sedie messe in fila, come in una classe, usando la sua scrivania come cattedra. Insegno perché credo sia la professione più bella ed importante del mondo tramandare la cultura che è libertà, affrancamento da qualunque schiavitù attraverso lo spirito critico che solo un insegnante può formare,suscitando nei ragazzi le domande ed anche la capacità di argomentare le contestazioni che oggi, a differenza del frustrante silenzio delle bambole, riesco quasi sempre a provocare. Insegno perché amo pensare che i cittadini del futuro saranno migliori di noi e più liberi anche grazie agli insegnanti che hanno incontrato. l’Insegnante può- come è nel termine- davvero lasciare un segno. Provo un’immensa gratitudine per alcuni dei miei Docenti, quelli più severi, guarda un po’, i quali hanno davvero lasciato un segno indelebile nel mio spirito , con il loro esempio fatto di impegno e sacrifici, e con la loro grande,e solo apparentemente burbera, ma profonda umanità. Grazie a Michelangelo, a Vincenzo, ad Enrico, a Matteo,ad Alessandro, a Claudio…

 Canova Antonio Insegnare agli ignoranti

 

Perché mi piace che gli anni passino ma io sono sempre emozionata e impaziente quando suona la prima campana d’ingresso a settembre, e sono sempre emozionata e sollevata quando suona l’ultima campana d’uscita a giugno. Da quando avevo sei anni. Perché mi piace assumermi la responsabilità del compito che lo Stato mette in mano ad i suoi insegnanti (a volte non fornendogli null’altro!) e al pari di un soldato o di un medico, ci chiedano – fate del vostro meglio! Solo che noi non abbiamo fucili o garze: noi abbiamo i libri (parole, idee e storie). Passare anni con i ragazzi, anni, far intrecciare le nostre vite (parole, idee e storie) per anni. Per poi rimanere nei loro racconti, se siamo stati molto bravi o molto cattivi, e farli rimanere nei nostri ricordi, se sono stati molto bravi o molto cattivi. Ogni anno nel momento del diploma quelle persone che abbiamo visto crescere, ad ogni settembre più alti, con più barba, con una taglia di reggiseno in più, con una voce diversa, un trucco più accentuato, ad un certo punto sappiamo spariranno. E spariscono. Quel piccolo lutto che ad ogni diploma affrontiamo, con coraggio e speranza. Perché -come un soldato o un medico- abbiamo mantenuto la linea e il paziente si sta svegliando.

(prof.ssa Giulia Lecce)

 

Bella domanda! Insegno perché ODIO la parola ORMAI, la odio sempre per chiunque, tanto più la odio quando davanti mi trovo un adolescente incancrenito in dinamiche che imbrigliano la sua forza, la sua originale e unica bellezza, il suo accidentato cammino verso la felicità. Insegno perché ogni ragazza, ogni ragazzo è un puzzle costituito da tessere che hanno creato un disegno che spesso non gli piace, che spesso è la risultante di scelte non sue, che ne imbrigliano comportamenti, scelte, desideri, che fanno di lei o di lui una scheggia senza direzione, senza progetti, senza sogni. Insegno perché penso che la scuola, quella vera che non si arrende, che lotta nonostante tutto e tutti, quella fatta di uomini e donne che sanno sognare e far sognare, può invertire il destino di qualcuno, può fornire gli attrezzi per smontare vecchie forme, pulire gli ingranaggi, riconoscere gli ingredienti per creare nuovi percorsi fatti di scelte libere che nascono dalla CONOSCENZA di ciò che ci circonda, ma anche e soprattutto di ciò che è dentro di noi, di ciò che consente alla conoscenza di attecchire e creare nuove forme in grado di cambiare la vita e il mondo. Questo è il motivo per cui mi alzo ogni mattina ed entro a scuola, in modo fisico o virtuale, perché ora c’è anche questo, e con difficoltà e speranza, fallimenti e successi, incontro vite di esseri umani in divenire. Ma chiudo con una domanda: possiamo noi educatori, insegnanti, in questo difficile contesto, essere credibili se non siamo disposti anche noi a rivedere i nostri automatismi, a smontare ogni giorno il nostro puzzle a rinnovare e ripulire ogni giorno le nostre scelte? Possiamo chiedere ai nostri alunni di fare cose che non siamo disposti a fare? Le scelte politiche, amministrative spesso non ci aiutano e per questo è necessario non smettere mai di lottare, ma c’è anche altro che dipende dal nostro coraggio, che dipende da noi! Dunque perché insegno? Per essere viva , donare vita in una lotta continua in cui le sconfitte non abbiano l’ultima parola mai!

(prof.ssa Natia Briscese)

 

… perché ancora mi entusiasma vedere brillare gli occhi degli alunni quando apprendono.

 

insegnante

 

Amo la disciplina che ho studiato, amo lo scambio intellettivo ed umano con gli studenti, mi piacere contribuire al processo di crescita degli alunni e verificare a distanza di anni di essere stata un riferimento importante nella loro vita. Spero di continuare a dare ciò che conosco sempre con modalità libere da ogni frustrazione personale, come persona risolta nella vita, perché al contrario tanti sono i danni che noi docenti possiamo creare.

Insegno perché, quando la giornata è “scura” ,entrare in classe e vedere il viso dei ragazzi che sorridono e che sono in attesa di me, delle mie parole, mi ricarica.

Insegno perché percepisco il rispetto degli alunni che io a mia volta rispetto.

Insegno perché ho capito che non bisogna mai dire “tu non capisci nulla” ma “hai fatto abbastanza per capire”.

Insegnando ho capito che il docente può avere una sola gratificazione per il suo lavoro, quella che arriva dai ragazzi, le altre non contano e non arrivano.

(prof.ssa Cristina Lanzillotta)

 

Insegno perché preferisco la tela tessuta al telaio, le mani che impastano farina, i tralci di giunco da intrecciare, le parole scritte ad arte. Mi piacciono le stoffe pregiate, un buon pane, un cesto di vimini imperfetto, la bella scrittura. E tutta la passione che ci vuole per fare certe cose come queste. Allora insegno perché anche la passione si insegna, insegno – ci provo – per in – segnare: lasciare un segno.

(prof.ssa Beatrice Landucci)

 

Insegno perchè non VOGLIO smettere di imparare, perché alle risposte prediligo le domande, perché amo sperimentare, emozionarmi ed emozionare.

(prof.ssa Maria Frulio)

 

“Esiste questa volontà della più piccola cosa vivente di essere se stessa” (Louis I. Kahn). Io insegno perché voglio coltivare aspirazioni, le mie e quelle dei miei studenti, per arrivare ad intuire ciò che veramente vogliamo essere.

(prof. Massimo Fanasca)

 

io insegno perché ….

Mi piace!

Mi piace vedere lo sviluppo intellettivo di alunne e alunni che incontro in prima, cuccioli appena usciti dalle medie, che si sentono grandi e poi scoprono di avere ancora tanta strada da percorrere, e che porto (quasi sempre) fino in quinta, alla soglia del mondo adulto, quello senza più la “protezione” della scuola, di noi insegnanti.

Mi piace vederli percorrere questa strada.

Mi piace insegnar loro qualcosa che sarà utile per la vita.

Mi piace che, inconsapevolmente, solo con l’essere la loro insegnante lascio loro qualcosa che si ritrovano nell’esperienza di vita e che “mi raccontano” quando le nostre strade tornano ad incontrarsi.

 (prof.ssa Rossella Campoli)
 
 

..mi è capitato, non l’ho cercato, un po’ come capita quando si trova l’amore della vita, inizi a frequentare una persona,la conosci e poi te ne innamori perdutamente, così è stato per me. Più che “insegnare” preferisco “educare” i ragazzi preparandoli ad affrontare il futuro, mi piace e reputo importante trasmettere loro quei valori che sono alla base di ogni società che suol definirsi civile. Sicuramente il mio impegno è solo un piccolo contributo ad un domani migliore ma la gratificazione che provo non ha eguali. 

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… credo fortemente nelle smisurate potenzialità di ogni essere umano e voglio fare la mia parte nel farle emergere e sviluppare, cercando di instillare negli alunni – a prescindere dalla mia disciplina – la curiosità, il dubbio, la consapevolezza di sé e dell’altro, la passione per la conoscenza, l’ammirazione per la bellezza, il rispetto per la diversità, la volontà di rompere gli schemi negativi e limitanti che la società cerca di imporci e l’impegno di diventare adulti in un mondo in cui ognuno si senta responsabile per sé e per gli altri.
(prof.ssa Maria Paola Farina)
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non c’è nulla di più bello del sorriso di un alunno/a e del suo sguardo che ti dicono:”Ce l’ho fatta Prof.,ce l’abbiamo fatta…insieme”.

(prof.ssa Eleonora Dante)

 

Io insegno perché, in fondo, non ho mai smesso di sentirmi un’alunna: e so che in classe, pur dietro la cattedra, pur con una materia da raccontare, riuscirò a vedere altri mondi, a gettare lo sguardo oltre il mio orizzonte e a imparare quel che ancora non so dalla vitalità dei miei alunni.

(prof.ssa Veronica Mondelli)

 

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