Prendiamoci uno spazio per riflettere – 17 ottobre 2019

Le mie giornate da Dirigente somigliano spesso a un vortice impetuoso tanto che, a volte, fatico a comprendere se siano le “tante cose da fare” che mi inseguono oppure se sia io ad inseguire loro.

Penso possa essere una sensazione condivisa qualche volta, con l’impressione che la vita quotidiana diventi il nostro unico orizzonte, rischiando di farci dimenticare il significato delle cose che facciamo e della vita stessa.

Per questa ragione, ho trovato davvero potenti le parole che una mia cara amica, la dott.ssa Fabiana Ciotti, ha condiviso con i suoi contatti:

 

“Sono una psicoterapeuta. Lavoro con il dolore e la sofferenza degli altri. E’ un lavoro che amo. Ma a volte è pesante tornare a casa con quel fardello emotivo. Alcune notti non dormo bene perchè ripenso ai loro problemi, soffro per e con loro. Mi interrogo anche se li sto aiutando nel modo giusto.

Però in giornate come queste… al pensiero di quella madre e di quel bambino trovati morti abbracciati nel fondo del mare di Lampedusa… capisco che non so proprio nulla del dolore, della sofferenza e forse della vita”.

 

Ho deciso di poterle offrire a tutta la nostra comunità e spero diventino motivo di confronto in classe, in famiglia, tra colleghi e compagni. Anche in questo, forse soprattutto in questo, si trova il significato di essere la scuola.

 

DS Francesco Rovida

 

Dal Corriere della sera