Cos'è
27 marzo – Si celebra la Giornata Mondiale del Teatro, e qualcuno di questo magico e antichissimo mondo viene chiamato a scrivere poche righe di riflessione. Poi questo messaggio viene tradotto in tutte le lingue e ne viene data lettura prima di qualunque rappresentazione di quel giorno. Quest’anno, come quello passato, nessuno leggerà ad alta voce nulla, o potrà leggerlo ad alta voce ma non ci sarà nessuna platea di spettatori ad ascoltare.
Nessuno con il cellulare acceso fino a qualche secondo dopo il buio in sala, che si illumina come una stella polare e accentra l’attenzione degli spettatori integralisti indignati su di sé, nessuno con quel grattino alla gola che tossicchia per tutta la durata dello spettacolo ed è il più odiato della platea, nessuno che per evitare il grattino alla gola scarta rumorosamente una caramella durante un silenzio intenso sul palco, nessuno a cui cada la testa dal sonno perché gli avevano detto che quello spettacolo andava proprio visto e lui ha fatto il suo dovere ma Orfeo e la stanchezza vincono. Non ci saranno quelle vecchie signore in pelliccia e profumate di cipria e di rosa, amiche da sempre che discettano della regia e delle luci e rimpiangono sempre Carmelo Bene, non ci saranno gli attori sconosciuti che sognano quel palco ma possono ancora solo vederlo da laggiù, o quelle facce da foyer di occhiali tondi alla Gramsci e sciarpette rosse. Per la Giornata Mondiale del Teatro io mi sento di parlare a loro, la Mirren si concentra sulle Maestranze e io invece vorrei dire una cosa alla Comunità -Teatro, quella che nasce fuori al portone del Teatro, e poi tutti insieme entriamo nel foyer, fino a che ognuno si accomoda nella sua sedia vellutata e rossa. Come una enorme e sconosciuta famiglia seduta su un divano gigante a guardare una cosa insieme a casa. Ci vediamo una puntata di Pirandello?
L’ultima volta che è successo a me ero al Teatro Argentina, uno dei miei «casa-teatro» preferiti, non sapevo sarebbe stata l’ultima volta, ma sono contenta sia stato lì, che sia stato Il Giardino dei Ciliegi, che sia stato Čechov. Sono contenta che sia stato Firs ad aver detto per ultimo la sua battuta finale «La vita è passata e non ci si accorge di averla vissuta».
Cara Comunità -Teatro e Cara Casa-Teatro, volevo dirvi che mi mancate. Mi mancate compagni sconosciuti che sempre mi fate sentire parte di una famiglia. Ci rivedremo, presto non lo so, ma io vi aspetto.
Prof. Lecce
International Theatre Institute ITI
World Organization for the Performing Arts – Autrice del Messaggio: Helen MIRREN, Regno Unito
Attrice di teatro, cinema e televisione – Traduzione italiana di Roberta Quarta del Centro Italiano dell’International Theatre Institute – Messaggio della Giornata Mondiale del Teatro 2021 di Helen MIRREN
“Questo è un momento così difficile per lo spettacolo dal vivo e molti artisti, tecnici,
artigiani e artigiane hanno lottato in una professione già piena di insicurezze.
Forse questa insicurezza sempre presente li ha resi più capaci di sopravvivere, con
intelligenza e coraggio, a questa pandemia.
La loro immaginazione si è già tradotta, in queste nuove circostanze, in modi di
comunicare creativi, divertenti e toccanti, naturalmente soprattutto grazie a internet.
Da quando esistono sul pianeta, gli esseri umani si sono raccontati storie. La
bellissima cultura del teatro vivrà finché ci saremo.
L’urgenza creativa di scrittori, designer, danzatori, cantanti, attori, musicisti, registi
non sarà mai soffocata e nel prossimo futuro rifiorirà con una nuova energia e una
nuova comprensione del mondo che noi tutti condividiamo.
Non vedo l’ora! “